Trump cesserà le ostilità con la Cina, ma solo per le presidenziali 2020
Il presidente americano prepara una tragua tattica per ridurre l'incertezza globale e mantenere la calma sui mercati. Ma è destinata a durare poco. Gli outlook per il nuovo anno di Bofa Merrill Lynch e Columbia Threadneedle
Milano. La crescita globale ha rallentato nel 2019 e continuerà a essere debole nel 2020 a causa soprattutto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma per le elezioni presidenziali Donald Trump prepara un “cessate il fuoco” tattico, anche perché non si è mai visto nella storia americana che un presidente venga rieletto con i mercati in subbuglio e l'economia che va male. Come farà? Cercando una tregua con Pechino che duri giusto il tempo di vedersi riconfermato il mandato alla Casa Bianca. Dopodiché c'è il rischio di nuovi shock sul ciclo economico provocati da una politica protezionistica che non si limiterà a penalizzare gli scambi con la Cina. È questo, in estrema sintesi, il senso dell'analisi macroeconomica che accompagna le previsioni per il 2020 della banca d'affari americana Bofa Merrill Lynch, che mercoledì ha presentato a New York il suo outlook.
Secondo Bofa, la crescita globale passerà dal 3,8 per cento del 2018 a poco più del 3 per cento nel 2019, segnando l'anno peggiore dal 2009, per proseguire con questo ritmo anche nel 2020 a causa delle incertezze riconducibili essenzialmente alle tensioni commerciali. I contraccolpi di questo rallentamento si rifletteranno in modo differenziato nelle varie aree del mondo: mentre negli Stati Uniti il pil crescerà comunque dell'1,7 per cento nei prossimi due anni, così come quello della Cina che scenderà di poco al di sotto del 6 per cento, in Europa non sarà superiore all'1 per cento. “L'economia globale è andata peggiorando rispetto alle previsioni di un anno fa. Le turbolenze nel commercio hanno preso il sopravvento e il settore manifatturiero globale è in recessione. Ma il conflitto tra Stati Uniti e Cina sta entrando nell'occhio del ciclone ed è prevedibile un rumoroso cessate il fuoco per l'anno elettorale”.
In pratica, Bofa ritiene che le tensioni tra le due superpotenze potrebbero andare incontro a una tregua in concomitanza con le elezioni mid-term, magari con un accordo parziale, per tornare a inasprirsi successivamente. “Riteniamo che le prospettive di un accordo globale siano basse. Il conflitto Usa-Cina è molto più ampio della guerra commerciale. E' una lotta tra le principali superpotenze del mondo e tra modelli economici fondamentalmente diversi. Ci sono molti punti di infiammabilità in questa lotta. La più importante e più difficile da risolvere è la guerra tecnologica, che combina i timori per l'equità degli scambi, la crescita economica a lungo termine e la sicurezza nazionale”, osserva Ethan Harris, economista globale di Bofa.
La banca d'affari americana non è l'unica a sottolineare l'uso strumentale e disinvolto che il presidente Trump fa del conflitti commerciali. Il gruppo d'investimenti britannico Columbia Threadneedle, nel suo outlook presentato nei giorni scorsi a Milano, prevede che il 2020 sarà “l'anno dell'agitazione” sia per le tensioni commerciali sia per i crescenti disordini civili in giro per il mondo che provocheranno volatilità sui mercati. “Ciò detto, il presidente Trump vorrà assicurarsi che l'economia statunitense sia in buona salute in vista delle imminenti elezioni del 2020 visto che non è affatto nel suo interesse rischiare una recessione prima di allora”, osserva dice William Davies, responsabile degli investimenti di Columbia. Questo, però, significa anche ammettere che il presidente americano ha nelle mani il potere di cambiare il corso del ciclo economico mondiale a suo piacimento e di incidere sull'umore degli investitori e dei mercati finanziari.