Quante cose fa Invitalia
Turismo, autobus, alluminio, ambiente, Ilva e banche. Non si sta esagerando?
Da un certo punto di vista l’audizione in commissione Trasporti di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia dal 2007 e da poco riconfermato, è stata confortante: “Al momento il coinvolgimento di Invitalia rispetto al dossier Alitalia è nullo e non ci sono segnali perché possa essere attivato”, anche se ha precisato che nel passato “qualche coinvolgimento di Invitalia è stato immaginato”. E non poteva essere altrimenti, visto che ultimamente Invitalia, che come occupazione principale dovrebbe attrarre investimenti esteri, in realtà viene usato – in sostituzione di investitori che fuggono o non esistono – come braccio per nazionalizzare o salvare aziende in crisi o decotte. Anche in virtù dell’assenza di vincoli statutari o industriali, dovuti alla presenza nel capitale delle fondazioni, che invece ha ad esempio la Cassa depositi e prestiti. E così Invitalia, che ha acquisito il 22 per cento di Sider Alloys (l’ex Alcoa) e il 30 per cento di Industria Italiana Autobus (ex Irisbus) impiegando complessivamente 20 milioni di euro, che già si occupa di turismo e dell’eterna bonifica di Bagnoli, e che per poco non è entrata in Alitalia, è lo strumento su cui il governo punta per risolvere le due principali crisi del paese, una industriale e l’altra bancaria: Ilva e Banca popolare di Bari.
Nel primo caso Invitalia, controllata al 100 per cento dal Tesoro, dovrebbe diventare la nuova partner di ArcelorMittal, probabilmente per farsi carico del peso dei nuovi esuberi (rispolverando il vecchio piano di Carlo Calenda). Nel secondo caso Invitalia è stata prescelta per salvare la Popolare di Bari attraverso la sua Mediocredito Centrale - Banca del Mezzogiorno per farne, addirittura, una “Banca d’investimento per il sud” (rispolverando un vecchio pallino di Giulio Tremonti). Invitalia si occupa di: turismo, accordi di programma, progetti europei, attrazione di investimenti, alluminio, automotive, ambiente e siderurgia (dismissione e rilancio: Bagnoli e Taranto), per finire con la trasformazione di una banca popolare fallita in una investment bank per il sud. Qualcuno pensa davvero che possa funzionare?