La guerra delle autostrade si arricchisce di particolari nuovi e, a tratti, surreali. Nel decreto Milleproroghe il governo ha previsto in caso di revoca (già annunciata) il passaggio della gestione all’Anas, in deroga alla normativa europea sulle gare pubbliche e, probabilmente, in contrasto con la Costituzione. Ma non basta. Perché questo passaggio di consegne, già problematico dal punto di vista legale, rischia di essere problematico anche per chi deve subentrare, e cioè proprio l’Anas. Nella società pubblica che si occupa di viabilità, infatti, secondo diverse indiscrezioni di stampa, c’è una preoccupazione per le ricadute legali dovute alla gestione dei tremila chilometri di strade della concessione di Aspi, che sono il triplo dei chilometri autostradali attualmente gestiti da Anas. La domanda che in Anas si pongono è: riguardo a eventuali problemi o incidenti sulla rete autostradale, su chi ricadrebbe la responsabilità penale per la mancata manutenzione delle infrastrutture negli anni passati?La soluzione richiesta, o quantomeno proposta, è una specie di salvacondotto, chiamiamolo uno “scudo penale”, per Anas.
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