Milano. Et voilà. Vincent Bolloré inaugura il 2020 all’insegna dei fuochi d’artificio mettendo a segno un colpo da maestro. La cessione del 10 per cento di Universal, una delle tre major che governano il regno della musica cui probabilmente farà seguito la vendita di una seconda quota, a un prezzo forse addirittura superiore a quello concordato ieri con i compratori, i cinesi di Tencent, che hanno accettato una valutazione complessiva del gruppo pari a 30 miliardi di euro, ovvero trenta volte gli utili. Mica male se si pensa che cinque anni fa, quando Bolloré prese il controllo di quella che era stata la divisione musicale degli studios Universal, la stima non superava i 7-8 miliardi di dollari.
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