La produzione industriale è in negativo per il nono mese di fila
A novembre si registra un leggero recupero, ma in termini tendenziali prosegue la stagione del declino
Dopo la notizia di ieri sull'aumento del tasso di occupazione, salito al 59,4 per cento (più 0,1 punti percentuali), i nuovi dati dell'Istat sono positivi solo a prima vista. Dopo due mesi di cali, a novembre si registra un leggero recupero congiunturale della produzione industriale, con un aumento dello 0,1 per cento rispetto a ottobre. Ma non basta uno zero virgola striminzito a fermare il declino nel settore. E infatti, in termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario presenta un segno negativo per il nono mese. A novembre 2019 l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali dello 0,6 per cento rispetto a un anno fa. Nella media del periodo gennaio-novembre poi, l’indice ha registrato una flessione tendenziale più acuta (meno 1,1 per cento). A frenare la ripresa è ancora l'energia, che in un anno cala del 3,9 per cento, insieme ai beni intermedi (meno 1 per cento) e dei beni strumentali (meno 0,4 per cento). A trainare la ripresa sono gli aumenti congiunturali nei comparti legati alla domanda di beni strumentali (più 0,8 per cento) e intermedi (più 0,7 per cento) da parte del sistema produttivo.
A registrare i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di computer, i prodotti di elettronica e ottica (più 8,1 per cento), l’industria del legno, carta e stampa (più 7,0 per cento) e la fabbricazione di prodotti chimici (più 2,9 per cento). Le flessioni più ampie, invece, si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (meno 5,4 per cento), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (meno 5,3 per cento) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (meno 4,9 per cento).