Milano. Il salvataggio della Banca Popolare di Bari si sta complicando anche perché non è ancora diventata una società per azioni. La necessità di un’imminente trasformazione è emersa negli ultimi giorni come imprescindibile per procedere con qualsivoglia piano di salvataggio. E, in effetti, sono state anche la forma societaria e la governance a consentire il salvataggio di Carige, che, comunque, non era messa tanto meglio della Popolare di Bari quando è stata commissariata a gennaio 2019. Nel caso dell’istituto ligure, anche se con estrema fatica e dopo svariati tentativi, il “cavaliere bianco” è arrivato con le vesti del gruppo Ccb (le casse di risparmio trentine), che ha creduto nel piano di rilancio e ha acquisito una quota di minoranza con l’impegno a salire in futuro. In questo modo consentirà l’uscita graduale del Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd), ma getta anche le basi per assumere il controllo della banca.
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