Milano. Nel 2003, ai tempi della Sars, i consumatori cinesi rappresentavano meno del 10 per cento della domanda di beni di lusso a livello globale. Oggi rappresentano il 33 per cento perché, nel frattempo, il paese è cresciuto aumentando la capacità di spesa delle classi sociali più agiate che nei loro viaggi-shopping in Europa fanno incetta di scarpe, borse e accessori griffati. Secondo una ricerca di Mediobanca Securites, il “travel retail” cinese rappresenta tra il 5 e il 10 per cento delle vendite ed è uno dei canali più in rapida crescita nel settore del lusso. Una drastica riduzione dei viaggi all’estero – come contromisura alla diffusione del coronavirus – avrebbe un impatto sui bilanci dei produttori del settore che sarebbe solo in parte controbilanciato dalla crescita del canale digitale.
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