Di Piazza, sottosegretario del M5s, tenta senza successo di giustificare i flop di Anpal. “Ah, c’è un software?”
Roma. Alla quarta volta a cui si ritrova costretto a rispondere con un “boh”, pure lui deve avvertire un certo imbarazzo. E infatti prova a svicolare: “La prossima intervista la facciamo sulle politiche di integrazione?”. E sia, senatore. Solo che ieri Steni Di Piazza, sottosegretario grillino al Lavoro, a Montecitorio c’è andato per rispondere sulle opacità nella gestione dei fondi da parte del presidente di Anpal, Domenico Parisi. “Se è vero che ha speso tutti quei soldi in maniera inadeguata, allora è grave. E il ministero agirà di conseguenza”, dice Di Piazza. Ammettendo, di fatto, che finora quello stesso ministero non ha vigilato sulle spese di Parisi. “Non saprei. Io di certo non me ne sono occupato di queste chiacchiere”. Chiacchiere che, nella fattispecie, valgono 160 mila euro, di cui 71 mila di voli tra l’Italia e l’America, dove Parisi insegnava.
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