C’è un caso, paradossale e rivelatore insieme, che spiega bene perché anche la paura sia un virus letale. Sonia Zhou, la più famosa ristoratrice cinese della capitale, ha abbassato le saracinesche del suo frequentatissimo locale non per carenza di clienti ma perché i dipendenti, in preda alla psicosi italiana, hanno deciso di tornare in Cina. “Con grande rammarico – ha scritto l’imprenditrice in un post su Facebook – sono costretta a chiudere il ristorante fino al 30 aprile perché la psicosi, portata dal coronavirus, sta colpendo tutti. Sebbene abbia avuto una notevole riduzione dei clienti, io non avrei chiuso ma il problema sono i miei dipendenti che, presi dal panico, hanno deciso di non venire più a lavorare e mi hanno chiesto un periodo di pausa, alcuni di loro hanno già comprato i biglietti per tornare in Cina”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE