Roma. “Sono saltati i vincoli di bilancio, le regole sugli aiuti di stato. Bene”, dice. “Ma guardate che se non si apre una stagione di rilancio dell’integrazione europea, allora quei numeri tornano”, avverte. “E anche peggio di prima”, aggiunge. “Caduti i numerini bisognerebbe passare a un meccanismo politico, che nel tempo dia all’Europa una forma da democrazia liberale compiuta. Dando probabilmente anche un ruolo diverso al Parlamento europeo. E’ un concetto difficile da far passare, me ne rendo conto. Perché per gli stati nazionali implicherebbe un’ulteriore perdita di sovranità. Ed è la ragione per la quale negli ultimi settant’anni si è proceduto a fatica su questa strada. Ma la situazione di caos dovuta all’epidemia di coronavirus potrebbe anche produrre novità, un avanzamento. Ci vuole però una leadership capace di vedere lontano, bisogna vedere cosa succede in Germania. Solo la Germania può proporre e creare consenso attorno a un’idea del genere. Capiremo nei prossimi mesi e anni. Ma l’alternativa è tremenda. E’ il ritorno dei vincoli in un contesto di devastazione economica. Un dramma simile all’interregno tra le due guerre mondiali. Questo è lo scenario. Economie chiuse e crollo di tutto quello che è stato fatto in settant’anni di pace. Non c’è da augurarselo”.
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