L'attivismo di Trump per non perdere la guerra del barile
Il presidente americano incontra i capi delle più grandi compagnie petrolifere statunitensi. Intanto chiama il principe Bin Salman e si dichiara fiducioso che Russia e Arabia Saudita troveranno un accordo
Costretto dalla spirale vorticosa del prezzo del greggio che continua a scendere in picchiata sotto la soglia psicologica dei venti dollari al barile, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump è sempre più attivo, sia sul versante nazionale, sia entro i confini statunitensi, per contrastare gli effetti negativi sull’industria estrattiva nazionale. In ambito internazionale, Donald Trump, ha annunciato oggi di aver avuto una conversazione telefonica con l'erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, affermando di aver ricevuto segnali su una possibile riduzione della produzione petrolifera. In un messaggio sul suo profilo Twitter, Trump ha sottolineato che "potrebbe esserci un calo della produzione petrolifera internazionale da 10 a 15 milioni di barili al giorno" a causa della situazione che di crisi globale legata al Coronavirus e al crollo dei prezzi del greggio che ha fortemente colpito l'industria petrolifera statunitense. "Ho appena parlato con il mio amico Mbs (sigla con cui viene chiamato in modo informale il principe ereditario) dell'Arabia Saudita, che ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin, e mi aspetto e spero che ridurranno di circa 10 milioni di barili, e forse molto di più, la produzione", ha sottolineato Trump, secondo cui il taglio potrebbe giungere anche a 15 milioni di barili. Sul versante nazionale, invece, Trump incontrerà venerdì i capi di alcune delle più grandi compagnie petrolifere statunitensi per discutere le misure del governo.
All’incontro, secondo quanto riferito dai media americani, parteciperanno i capi azienda della Exxxon Mobil, della Chevron, della Occidental Petroleum e della Continental Resources. A questi primi incontri, faranno poi seguito altri incontri che Trump avrà con i produttori indipendenti, la miriade di piccole e medie industrie delle trivelle che popola il Texas e il Nuovo Messico. Annunciando la mossa, la Casa Bianca ha annunciato di aver avuto colloqui recenti con i leader della Russia e dell’Arabia Saudita e di credere vicina una soluzione per mettere fine alla guerra dei prezzi. Trump non ha utilizzato giri di parole, “In tutto il mondo, l'industria petrolifera è stata devastata", ha detto. "È un male per la Russia, è un male per l'Arabia Saudita. Voglio dire, è molto brutto per entrambi. Penso che faranno un accordo.". Come riferito dal Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia degli incontri, insieme ai big del petrolio il presidente Trump discuterà di una serie di opzioni per aiutare l’industria, compresa la possibilità di introdurre tariffe sulle importazioni di petrolio dall’Arabia Saudita. Un'altra fonte che sta seguendo il dossier ha riferito alla Reuters che agli incontri parteciperanno anche le raffinerie di petrolio e i piccoli produttori e che sarebbe stata discussa la questione delle potenziali esenzioni per royalties su contratti di locazione offshore e onshore federali esistenti. L'American Petroleum Institute (Api), che rappresenta l'industria petrolifera e del gas statunitense, ha dichiarato che il suo presidente Mike Sommers parteciperà alla riunione di venerdì. A riguardo Sommers ha sottolineato: "Non stiamo cercando sussidi governativi o interventi specifici del settore per affrontare la recente recessione del mercato in questo momento”.
L'Api, molti dei quali membri operano a livello globale, ha affermato in passato di opporsi alle tariffe commerciali perché può complicare progetti e relazioni commerciali in altri paesi. Il gruppo, lo scorso 20 marzo, tuttavia, ha inviato una lettera all'amministrazione Trump chiedendo di allentare alcuni requisiti regolatori per garantire forniture costanti durante l’emergenza Coronavirus. L'Amministrazione da allora ha annunciato che faciliterà temporaneamente la normativa ambientale applicabile all’industria estrattiva. Trump questa settimana ha definito “pazza” la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita e ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin della questione. Come riferito dal Cremlino, alti funzionari energetici dei due Paesi hanno parlato e hanno concordato di continuare le discussioni a fianco di altri importanti produttori e consumatori mondiali di petrolio. Mercoledì scorso, incurante degli effetti sul mercato globale, la produzione di greggio dell'Arabia Saudita è salita ad un livello record di oltre 12 milioni di barili al giorno, nonostante il calo della domanda innescato dallo scoppio della pandemia e dalle pressioni statunitensi sul Regno per fermare questo tsunami petrolifero.