Semplificare la disciplina degli appalti pubblici si può. Meglio agire subito
Perché servono subito misure che migliorino la capacità delle amministrazioni pubbliche di spendere presto e bene
Negli ultimi giorni, autorevoli interventi istituzionali hanno richiamato tutti i partner europei a una maggiore consapevolezza della natura dell’emergenza in atto. Non si tratta d’una fase d’instabilità, bensì d’una crisi profonda, destinata ad avere conseguenze prolungate nel tempo, con gravi ripercussioni sociali e politiche per le famiglie, per le imprese, per i più deboli. Per porvi rimedio, ben vengano le iniziative volte a incrementare le risorse finanziarie di cui gli Stati membri dell’Unione europea possono disporre. Nel frattempo, poiché l’Italia da diversi anni ha avuto una flessione degli investimenti e un’alta disoccupazione, servono subito misure che migliorino la capacità delle amministrazioni pubbliche di spendere presto e bene.
Un settore cruciale è quello degli appalti per l’acquisto di beni e servizi e per la realizzazione delle opere pubbliche. Questo settore ha un notevole rilievo economico, ma è affetto da una regolazione troppo pervasiva e dal sovrapporsi di più tipi di controlli, con la conseguenza che gli amministratori sono riluttanti ad assumere decisioni che possono comportare responsabilità. Su questo tema, la nostra cultura giuridica ha da dire più di quanto abbia fatto finora, per suggerire interpretazioni e azioni orientate alla crescita nel breve e medio periodo, oltre che al rispetto dei principi del buon governo. Rispondono a questi basilari criteri quattro misure: due riguardano le regole del gioco, le altre due i controlli e la giurisdizione.
Sul versante delle regole, bisogna guardarsi dalla tentazione di agire unilateralmente, al di fuori dalla cornice giuridica europea. L’Italia può, invece, farsi promotore della proposta di sospendere una serie di obblighi, inclusi quelli riguardanti i ricorsi degli operatori esclusi dagli appalti. Come è stato sospeso il Patto di stabilità ed è stato mitigato il controllo sugli aiuti statali alle imprese, così possono essere sospese alcune regole sugli appalti. Un’altra proposta concerne gli appalti al di sotto della soglia di valore stabilita dalle direttive europee: le nostre istituzioni possono fin da ora delineare e applicare procedure negoziate anche senza bando. Possono, altresì, favorire le piccole e medie imprese, che risentono maggiormente delle ripercussioni della crisi.
Per dare un impulso agli appalti, è indispensabile intervenire anche sui controlli, tornando alla Costituzione. Essa attribuisce a un’istituzione il compito di vegliare sul buon uso del pubblico denaro: la Corte dei conti. I suoi controlli preventivi possono essere ulteriormente concentrati nel tempo, nel giro d’una settimana. Si può prevedere che l’esito positivo di tali controlli precluda il ricorso al giudice amministrativo per i profili già vagliati dalla Corte. Si possono rafforzare i controlli successivi. L’Autorità nazionale anticorruzione può fornire un utile contributo, vigilando sulle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nelle imprese, senza sovrapporsi alla Corte, né assumere un ruolo improprio di tutore delle amministrazioni.
Un’ulteriore misura, non ultima per importanza, concerne la giurisdizione. In un mondo ideale, l’imprenditore convinto di essere stato ingiustamente escluso dalla fornitura di beni e servizi o dalla realizzazione di un’opera ambisce comprensibilmente a ottenere l’annullamento del provvedimento di esclusione e il risarcimento del danno subito. Ma ciò comporta un contenzioso destinato a durare per anni, a rendere incerto chi debba fornire quei beni e servizi o realizzare l’opera, con conseguenze negative per tutti. In una situazione straordinaria, come quella attuale, soprattutto se fosse accolta la proposta di sospendere l’applicazione di alcune regole europee, non sarebbe irragionevole stabilire che la tutela giurisdizionale si limiti ad accertare l’esistenza di un danno, che va tempestivamente risarcito, senza paralizzare l’azione delle amministrazioni e degli operatori economici. Si espanderebbe, così, l’ambito di applicazione d’una regola già esistente, ossia l’articolo 125 del Codice del processo amministrativo. L’ideale di giustizia, cui le garanzie giurisdizionali sono collegate, può realizzarsi senza che il mondo perisca.