Un aiuto digitale, per non fare chiudere le botteghe
Un sito no profit di consegne a domicilio. La rete di deliveryroma.it ha aggregato virtualmente piccoli agricoltori e artigiani, librerie e ristoranti, bar, farmacie e altri negozi per resistere alla quarantena
Metti insieme una tatuatrice, uno studente di digital marketing, una ricercatrice di sostenibilità e management, una studente di lettere antiche, una produttrice d'olio e un'azienda che si dedica al web e ai social network. Cosa c'entrano l'uno con l'altra? Apparentemente nulla. Eppure questo piccolo gruppo variegato è mosso da una ambizione comune: limitare il più possibile gli effetti negativi del coronavirus sull’economia. In che modo? Aggregando virtualmente piccoli agricoltori, alimentari, botteghe, ristoranti, enoteche, distributori, bar, farmacie, negozi di cosmetica, librerie indipendenti e artigiani per resistere alla quarantena. Le file chilometriche fuori dai supermercati testimoniano che la grande distribuzione riesce in qualche modo a tenersi a galla. Tuttavia una fiammella di resilienza si è accesa anche per chi in questo interminabile lockdown ha intravisto il baratro di licenziamenti e chiusure definitive delle proprie attività. Una fiammella che ha iniziato a serpeggiare con sorprendente fecondità in quel caos che è la capitale.
“Ma è un modo anche per noi per rimanere vivi, anche moralmente”. Lo dice Irene Guidobaldi che, a Roma, insieme a Noemi Camerota, Marco Sabatini, Claudia Papa, Ludovica Aprico, supportati dall'azienda Ingenio Labs, ha deciso di creare una rete - tramite il sito deliveryroma.it - per supportare le consegne a casa di prodotti e alimenti. Per scongiurare il più possibile le uscite e le lunghe file di fronte ai supermercati. E soprattutto per aiutare i tantissimi commercianti che a causa delle misure di restrizione hanno dovuto abbassare le saracinesche dei loro negozi rischiando perdite economiche importanti.
“Un sito completamente no profit – spiega Irene al Foglio – nato quasi per scherzo. Nessuno si immaginava il successo che ha avuto. Volevamo dare una mano a produttori e negozianti piccoli e in difficoltà. E anche alle famiglie che cercavano consegne a domicilio su Roma ma fino a quel momento non ne avevano mai fatto uso”. In pochissimo tempo dalla sua apertura la piattaforma conta già più di 350 attività commerciali. Quasi 11mila follower seguono la pagina Facebook del progetto #iorestoacasa, da cui è iniziato tutto. “Mi ero imbattuta in un post di un ragazzo che parlava del progetto 'food blogger riuniti contro il coronavirus'”, racconta Irene. “Con un commento mi sono candidata per aiutarli. Abbiamo aperto il gruppo Facebook di DeliveryRoma e abbiamo avuto fin da subito un grande riscontro”.
Come all'inizio, ancora oggi, singoli cittadini pubblicano inserzioni sulle consegne a domicilio, altri chiedono se nella propria zona di residenza c'è chi porta a casa frutta e verdura, pane, dolci, carne, pesce, farine e altri prodotti. “Ci si aiuta a vicenda”, dice Irene. Tutto il materiale che in queste settimane si è accumulato sulla pagina è andato a finire nel sito. Ogni produttore e negoziante ha la sua scheda personale con cosa viene proposto, zona di consegna, tipo di cucina o prodotto, metodi di pagamento, orari di consegna e contatti per ordinare. E semplice: si può utilizzare la mappa interattiva e individuare gli indirizzi presenti nella propria zona, oppure fare una ricerca testuale con le opzioni “Cosa ti serve?” e “In quale zona risiedi”? E, voilà, il sito incrocia le informazioni e facilita l'incontro tra chi vende e chi compra in città. Gli acquisti non si fanno direttamente sul sito “in quanto – spiega Irene – è solo una vetrina, un aggregatore di informazioni”. Ogni persona “per ordini e pagamenti viene rimandata al sito del produttore, l'email o il numero di telefono”. Importante: gli esercenti che vogliono iscriversi non devono pagare nessuna commissione.
A Roma è la prima (e al momento l'unica) piattaforma web gratuita che mette insieme così tante consegne a domicilio. In città ci sono ormai molti gruppi d'acquisto solidale, ovvero famiglie che negli anni si sono messe insieme per acquistare direttamente dai produttori, saltando la grande distribuzione convenzionale. Ma un sito così, che coprisse le richieste dalla Cassia al profondo Eur, dalla Pisana a Cinecittà, gratuito, nato da cittadini senza nessuno scopo commerciale, non esisteva. Oltre ad aiutare gli acquisti in questo periodo di emergenza, dà la possibilità a molti esercenti di farsi conoscere. Di informatizzare la propria attività. Di pubblicizzarla al di fuori del proprio quartiere o mercato rionale. E chissà che anche con la riapertura delle attività commerciali questa rete non aiuti la ripresa e le vendite.
In ogni caso deliveryroma.it è temporaneo. Sarà chiuso una volta passata l'emergenza da Covid-19. Perché? “Per solidarietà”, dice Irene, che aggiunge: “Chi riaprirà la propria attività commerciale spera di riprendere con le vendite al dettaglio”. Il sito nel breve tempo è stata “una necessità e un’opportunità per i chi lavora”. Nel lungo periodo “ci auguriamo che si torni nelle sale dei ristoranti, nelle botteghe, dal macellaio”. Che si torni alla convivialità.