Competenza e merito al centro della ripartenza post Covid
Perché non creare un Consiglio di indirizzo e un Consiglio di gestione? Un'idea per affiancare alla politica il meglio dell'Italia produttiva
Al direttore - “Back to basics” dicono gli inglesi, torniamo alle cose essenziali, quelle che non possono mancare. Ne cito due che mi stanno molto a cuore: competenza e merito. Questa brutta esperienza ci insegna che dobbiamo tornare a fidarci di chi ha le competenze e selezionarle con criterio meritocratico, guardando al mondo con le lenti della razionalità e non dell’emotività. Solo pochi mesi fa assistevamo a proteste no vax, oggi il Covid ci ha fatto toccare con mano come sarebbe davvero un mondo senza vaccini, tanto per fare un esempio. Azzardo un altro esempio. Ieri demonizzavamo la plastica, oggi apprezziamo quanto sia importante nella produzione biomedicale o per i dispositivi di protezione individuale. Questo ovviamente non significa che non dobbiamo ridurne il consumo e riciclare tutta quella che produciamo, ma per fare questo occorre guardare a questi temi con la testa e non con la pancia e quindi, di nuovo, riscoprire il valore delle competenze e della loro selezione meritocratica.
La ripartenza del paese sarà graduale e complicata, soprattutto per alcuni settori che hanno sofferto più di altri (la ristorazione, il turismo, i trasporti) e perché dovranno coesistere sicurezza e ripresa delle attività commerciali e produttive. Competenza e merito dovrebbero essere anche le due parole chiave per affrontare i mesi che abbiamo di fronte. Dovrebbero. Ho molto apprezzato il ministro Speranza quando ha detto che l’obiettivo del lockdown è portare l’indice di contagiosità R0 a un valore inferiore a uno, finalmente parole chiare e misurabili. Quale è il nostro R0 per l’economia? Quale obiettivo vogliamo raggiungere con i vari decreti economici? Si avverte la mancanza di un piano scritto da persone competenti che non sono esperte in un singolo campo – per questo ci sono i tecnici – ma che abbiano capacità gestionali. In Italia abbiamo ottimi manager, molti sono impegnati nelle imprese ma sono presenti anche nelle istituzioni, nelle organizzazioni di vario tipo e persino nel terzo settore. L’importante è selezionare quelli più utili in questo momento. E’ scontato dire, ma non troppo nel nostro paese, che la selezione dovrebbe essere meritocratica, perché se adotteremo ancora il manuale Cencelli stavolta il prezzo da pagare sarà davvero alto. Perché non affiancare all’esecutivo un Consiglio di indirizzo e un Consiglio di gestione?
Il Consiglio di indirizzo, del quale farebbero parte la presidenza del Consiglio dei ministri, la presidenza dell’Istituto superiore di sanità, la presidenza della Protezione civile, le presidenze delle Parti sociali, le presidenze delle associazioni di categoria servizi, commercio e industria e terzo settore. Il suo compito sarebbe quello di definire gli obiettivi da conseguire, di approvare la strategia e le iniziative chiave e di controllare la loro implementazione.
Il Consiglio di gestione, composto da manager (non tecnici) che, grazie alle loro comprovate e riconosciute competenze, dovrebbe proporre al Consiglio di indirizzo le strategie e le iniziative chiave e garantirne la loro successiva implementazione al fine di conseguire gli obiettivi identificati. Questo è il cuore della mia proposta e qui il governo potrebbe sfruttare al meglio le eccellenti competenze gestionali disponibili nel nostro paese. Si tratta di una proposta che integra il tradizionale modello di rappresentanza economico-industriale-sociale per dare risposta al bisogno immediato di sostenere la ripartenza in salute di tutto il nostro paese coniugando salute e sicurezza per le persone, ripresa e continuità alle imprese.
Domenico Zaccone
consigliere Forum della meritocrazia