Prestiti in un giorno? Macché. Denaro a interessi zero? E’ solo un modo di dire. La tirannia del modulo e il nodo troppo intricato delle garanzie offerte dallo stato. Dall’Inps alla Sace, i torrioni delle difficoltà
La circolare, dov’è la circolare? Che cosa dice l’Abi?”. E’ mercoledì 22 aprile nell’anno di disgrazia 2020, sono trascorse esattamente due settimane dal decreto sulla liquidità alle imprese emanato dal governo l’8 aprile e il funzionario di banca non sa dove mettersi le mani. Lo schermo del suo computer è inondato di messaggi dei clienti che hanno fatto richiesta di finanziamenti garantiti dallo stato, più perplessi e smarriti che arrabbiati anche se con il passare dei giorni lo stato d’animo si fa oscuro e monta la rabbia. Sono arrivate 140 mila domande in 48 ore, domande che richiedono altrettante risposte, ma troppi nodi sono ancora ingarbugliati. L’Abi o Assobancaria è un torrione della grande muraglia contro la quale s’infrange l’onda lunga dei salvataggi; gli altri sono la Sace, la società che assicura l’export diventata braccio operativo del ministero dell’economia, la Cassa depositi e prestiti, l’Inps che deve erogare sia la cassa integrazione sia i nuovi sostegni assistenziali (i 600 euro per capirci). Ogni torre ha una porta per aprire la quale ci vogliono molte chiavi che pochi hanno a disposizione. Saliamo allora sugli spalti per capire come è possibile entrare.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE