Agenda per l'Italia del futuro
Durante le audizioni sul Def le associazioni di categoria hanno presentato le loro proposte per far ripartire il paese. Tra gli obiettivi primari la riduzione della burocrazia
Martedì si sono svolte, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite a Montecitorio, all'interno dell'attività conoscitiva preliminare all'esame del Def 2020, le audizioni informali dei rappresentanti di enti pubblici, sindacati, organizzazioni di categoria. Il Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei ministri del 24 aprile prevede, per quest'anno, una contrazione del pil dell'8%. Una situazione evidentemente legata al prolungarsi dell'emergenza coronavirus e delle misure di lockdown. Anche per questo, nelle loro audizioni, le associazioni hanno cercato di immaginare quale potrebbero essere le priorità da cui ripartire. Una vera e propria “Agenda 2020” che abbiamo provato a sintetizzare. Di seguito trovate alcuni estratti e le relazioni integrali (per scaricarle basta cliccare sull'immagine) di Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Copagri, Confederazione italiana agricoltori e Alleanza delle Cooperative.
CONFINDUSTRIA
Gli industriali, sia per quanto riguarda la fare emergenziale che per il futuro, si concentrano soprattutto sulle procedure e sui meccanismi organizzativi. “La gravità della situazione socio-economica - si legge nella relazione - impone a tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati, l’adozione di procedure, anche di carattere organizzativo, per il conseguimento di due fondamentali obiettivi: i) ridurre al minimo lo scarto temporale tra l’adozione delle norme primarie e la loro concreta operatività, spesso subordinata a provvedimenti attuativi; ii) velocizzare al massimo l’accesso ai benefici, prevedendo il più possibile un sistema di controlli ex post sui requisiti di accesso”.
E ancora: “Per l’Italia c’è una sfida ancor più grande, molto specifica del nostro Paese, ed ineludibile: una riforma sistemica, diffusa e radicale di tutta la Pubblica Amministrazione, che in questa emergenza non sempre si dimostra nel complesso all’altezza degli sforzi eroici di alcune sue componenti che, dal personale sanitario alla Protezione Civile, sono in prima linea. Nel prossimo Programma Nazionale delle Riforme, per ora rimandato, i nodi della nostra Pubblica Amministrazione andranno affrontati con decisione, per sostenere il sistema delle imprese nello sforzo di ricostruzione e per avere un’Italia forte in Europa”.
CONFAGRICOLTURA
L'organizzazione, in linea generale, concorda con il percorso delineato dal Def per il rilancio dell'economia. Ed è in questo quadro generale che presenta le proprie proposte: procedure semplici e che tengano conto delle specificità del comparto così da consentire un accesso rapido delle imprese agricole alle misure di sostegno contenute nel decreto Cura Italia; semplificazioni della procedura Pac e disponibilità dell’anticipazione prevista dal dl 18/2020 prima del 15 giugno; una soluzione rapida per far entrare nel paese lavoratori stagionali in sicurezza dall’estero ma anche per coinvolgere, attraverso strumenti semplici e flessibili, lavoratori stagionali di altri comparti (quale il turistico) o i precettori di reddito di cittadinanza; credito d’imposta per le imprese che abbiano perduto il 30% del fatturato; interventi mirati a favore dei settori più impattati dall’emergenza tra i quali vanno inclusi anche agriturismi e florovivaisti; interventi immediati a favore dei trasporti e della logistica; investimenti sui percorsi enogastroturistici che coinvolgano agriturismi e cantine sociali; digitalizzazione, semplificazione, innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione e nel Paese; misure sia di natura temporanea ed eccezionale, per accelerare subito la ripartenza economica riducendo gli oneri amministrativi e assicurare la massima semplificazione degli adempimenti necessari.
CONFCOMMERCIO
“Si apre qui l’agenda - si legge nella relazione di Confcommercio - delle riforme necessarie e della loro articolazione nel disegno del Progamma nazionale di Riforma che verrà. Dalla revisione delle scelte in materia di restringimento dell’agibilità dei contratti a termine e del lavoro occasionale alle scelte nuove da operare per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro. Fino alla soluzione della questione di lungo corso della riconfigurazione della spesa sociale a vantaggio di più robuste politiche attive. Dalla riduzione del “cuneo burocratico” - per via di una semplificazione che sia occasione non di de-regolazione, ma di nuova regolazione orientata all’innovazione ed alla crescita - all’effettività di una “spending review” finalizzata a sospingere buoni investimenti pubblici e privati: in conoscenza, ricerca e salute; in innovazione, digitalizzazione ed infrastrutture. Dal riordino del sistema fiscale in un’ottica di progressiva riduzione della pressione complessiva e di accorta azione selettiva di contrasto e recupero dell’evasione e dell’elusione ad un green new deal che assuma compiutamente una dimensione europea e che punti sull’impulso delle incentivazioni piuttosto che sull’intervento delle imposte ambientali in una chiave di sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Fino alle scelte in materia di “web tax” ed a quelle per “riconnettere l’Italia” del dopo COVID-19, cercando di promuovere lo sviluppo attraverso la leva dell’accessibilità territoriale ed una promozione del made in Italy e dell’“italian way of life” fondata sulla resilienza dei loro valori di lungo corso (qualità, innovazione, servizio)”.
CONFARTIGIANATO
Per l'organizzazione “l’obbligo e l’impegno di uscire dallo stretto perimetro definito, negli anni scorsi, dalle regole comunitarie di controllo del debito ci consente di tornare ad immaginare traiettorie che escano dalla logica condizionante dell’indebitamento dello “zerovirgola” per affrontare, invece, un progetto di politica economica nuovo, in grado di superare con maggiore slancio le rigidità che si sono puntualmente ripresentate ad ogni stagione di programmazione negli scorsi anni. Ci rendiamo conto che programmare la ripresa economica, in una prospettiva di calo del pil mai sperimentata dalla fine della seconda guerra mondiale, sia un impegno, questo sì, poderoso. Cionondimeno questo comporta la necessità di affrontare e, finalmente, cercare di risolvere alcuni nodi gordiani che tengono frenate da troppo tempo le potenzialità del Paese”.
“Mai come ora - prosegue la relazioni - emerge l’esigenza di rivedere le leve di spesa pubblica assumendo come orientamento permanente la qualificazione della spesa che dovrà essere indirizzata a far leva sui driver di ripresa e di sviluppo. Confartigianato ha sostenuto anche negli scorsi anni, la necessità di privilegiare la spesa per investimenti rispetto agli interventi che sono stati destinati a sostegno effimero dei redditi e delle pensioni nelle scorse leggi di Bilancio”.
E ancora: “È il tempo di affrontare con decisione il capitolo “burocrazia” tagliando i tempi lunghi e efficientando l’infrastruttura delle nostre Istituzioni e della nostra Pubblica Amministrazione [...] Smontiamo subito il castello di burocrazia costruito con il vigente Codice degli Appalti Pubblici e traduciamo in norme generali il cosiddetto “modello ponte Morandi”. Non abbiamo registrato alcuna voce contraria da nessun gruppo politico, cioè si può approvarlo in pochi giorni. Questa sarebbe una potente misura degna di un Def che progetta il futuro della nostra economia!”
COPAGRI
“Al fine di garantire la ripresa economica e la sostenibilità delle imprese agricole, intendiamo suggerire alcune linee direttrici che speriamo possano guidare l’operato delle istituzioni per i futuri provvedimenti:
1. garantire liquidità alle aziende, con mutui a tasso zero a durata ventennale o trentennale e contributi a fondo perduto;
2. prevedere la sospensione del registro nazionale debitori per le aziende agricole, così da dare ossigeno ai produttori;
3. intervenire sul costo del lavoro, attraverso la riduzione per l’anno 2020 della contribuzione previdenziale, per sostenere i maggiori costi dovuti alla messa in sicurezza della nostra manodopera agricola;
4. semplificare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in agricoltura, puntando su piattaforme informatiche pubbliche e trasparenti;
5. portare avanti una rapida sburocratizzazione e semplificazione amministrativa, che porta a una maggiore trasparenza e a prezzi più bassi per il consumatore;
6. vagliare la possibilità di coinvolgere gli agriturismi nella ripresa delle attività didattiche e di quelle ricreative”.
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
L'organizzazione chiede di “adottare con urgenza misure volte a far fronte alla carenza di manodopera nel settore agricolo, che ha assunto oramai le connotazioni di una vera e propria emergenza, in questo senso il fattore tempo non è una variabile secondaria e vanno individuati strumenti straordinari e temporanei; prevedere ulteriori misure di ristoro e di liquidità per i comparti maggiormente colpiti dalla crisi epidemiologica in atto; rafforzare la filiera agricola nazionale, incentivando la produzione, attraverso lo stanziamento di adeguate risorse, delle produzioni (ad/es cerealicole) rispetto alle quali il nostro Paese non è in grado di garantire l’autoapprovvigionamento, che sarebbe di fondamentale importanza in un momento di crisi come quello attuale; prevedere interventi a sostegno delle imprese che operano nel settore dell’agriturismo, predisporre misure in favore delle imprese della filiera lattiero-casearia, vitivinicola, florovivaistica, della manutenzione del verde e della silvicoltura; promuovere ed incrementare la dotazione di reti infrastrutturali e servizi di telecomunicazione (Information and Communication Technology-ICT), accompagnata dall’accesso alla rete internet ad alta velocità (banda larga)”.
ALLEANZA DELLE COOPERATIVE
L'associazione propone “tre misure per la transizione e un Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile”. “L'elaborazione del Piano, che costituirà il vero quadro delle politiche per la ricostruzione e lo sviluppo nell’immediato futuro - spiega -, dovrà concentrare gli sforzi strategici e le proposte delle forze economiche e sociali riunite a livello politico e tecnico, con il coordinamento delle Istituzioni nazionali”. In particolare le tre misure per la transizione sono: L'Italia aiuta l'Italia (campagna per il consumo di prodotti e servizi italiani attraverso l’impiego di una card a carattere nazionale per i destinatari di contributi di sostegno al reddito; emissione di un prestito di titoli pubblici a lunga scadenza, non forzoso, detassato e finanziato dai cittadini italiani; crowdfounding sociale territoriale); I furbi sono nemici dell'Italia (“campagna nazionale” per il recupero del senso civico e per premiare i comportamenti solidali e corretti che agevolino il contrasto all'evasione fiscale); Il patrimonio nazionale dell’impresa culturale e creativa italiana e delle imprese sociali nella solidarietà (misure di sostegno al reddito delle imprese, promozione di bonus per i servizi, una nuova stagione di welfare).