Netflix, Amazon e gli altri. Chi ha guadagnato e chi ha perso con la pandemia
L'azienda di Jeff Bezos ha visto aumentare la domanda, ma ha dovuto spendere per la sicurezza dei propri dipendenti. Mentre le piattaforme di food delivery stanno fronteggiando un nuovo competitor: pane e pizza fatti in casa
Sorpresa: Amazon e Netflix alla fine potrebbero rimetterci con la pandemia! E non sono che due tra le più più note imprese che sembrava scontato si sarebbero arricchite grazie al lockdown, e per le quali sono invece arrivati inconvenienti imprevisti.
I conti li ha fatti la Bbc. Amazon, in particolare, effettivamente nel momento in cui la gente chiusa in casa è stata costretta a ricorrere agli acquisti on line ha visto i propri guadagni schizzare in alto: almeno 2 miliardi e mezzo di dollari in più nei primi tre mesi del 2020. Le proiezioni erano dunque che un Jeff Bezos sempre più ricco entro il 2026 avrebbe potuto diventare addirittura il primo trilionario della Storia. Però, per soddisfare clienti che chiedevano merci al ritmo di 11.000 dollari al secondo Amazon è stata costretta ad assumere a tutto spiano: oltre 175.000 persone. Il fatto che guadagnava con la crisi l'ha inoltre esposta in prima linea alle polemiche sulla sicurezza dei lavoratori, e così è stata pure obbligata a spendere: sia per fornire i dipendenti di tutto ciò che poteva servire ad assicurare questa sicurezza, sia per sanificare i propri immensi magazzini. Il tutto sarebbe costato 4 miliardi, che fa un miliardo in più rispetto ai maggiori guadagni. Morale della favola: quando saranno stati noti i dati del secondo trimestre, ci si aspetta che segneranno la prima perdita in cinque anni.
Anche Netflix come Amazon veniva da un’onda lunga largamente antecedente alla pandemia: mentre negli ultimi due anni nel mondo l’afflusso alle sale cinematografiche era comunque cresciuto del 18 per cento, gli utenti di Netflix erano aumentati del 47 per cento. 16 milioni di nuovi utenti solo tra gennaio e marzo. Si può immaginare l’ulteriore corsa all’abbonamento da parte dei confinati, e infatti dopo il lockdown c’è stato un ulteriore aumento del 57 per cento in Italia e del 34 in Spagna. Il problema è che però una volta presi nuovi clienti, bisogna dare loro qualcosa, e dall’inizio del lockdown planetario la produzione di nuove serie e film è bloccata. Dunque, c’è timore di una crisi imminente. Inoltre per il crollo di molte valute in seguito alla paralisi economica in effetti l’aumento delle sottoscrizioni non ha significato un aumento proporzionale dei guadagni.
Più ancora di Netflix, peraltro, ad approfittare del lockdown per attrarre utenti televisivi è stata Disney+, che è stata lanciata a novembre, e già ha 55 milioni di abbonati. A Netflix ci erano voluti cinque anni per arrivare a una cifra del genere. Ma nel contempo la Disney è stata costretta a chiudere i suoi parchi. Dunque, 1,4 miliardi in meno di incassi. Anche qui, è possibile che alla fine il danno sia più del guadagno.
Ci sono poi le grandi compagnie di spedizioni e trasporto pacchi: Fedex e Ups. I clienti in assoluto sono aumentati, ma il guadagno si faceva soprattutto con gli invii tra imprese, e quello è invece crollato, Ups ha visto cadere i propri guadagni del 26 per cento in un anno. Insomma, stanno chiedendo aiuto al governo, quasi come Fca. A sorpresa, hanno registrato difficoltà anche i giganti del food delivery come Deliveroo, Just Eat e Uber Eats. Da una parte, infatti, tra la gente confinata in casa è dilagato l’hobby della cucina. Addirittura, è diventato trendy farsi il pane in casa. Dall’altra, ristoranti e negozi normali per continuare a fare un minimo di attività si sono addattati anche loro per le consegne a casa, facendo aumentare la concorrenza.
Un caso strano è infine quello di PayPal. Nei primi tre mesi del 2020 i suoi guadagni netti si sono infatti ridotti a un ottavo rispetto a un anno prima: appena 84 milioni di dollari. Al contempo, però, il 7 maggio le sue azioni hanno raggiunto un record. Interpretazione: molte persone in difficoltà economica per colpa del Covid possono magari comprare di meno durante il confinamento, ma la stessa preoccupazione può al contempo spingerli a migrare su servizi di pagamento digitale. Infatti tra gennaio e marzo PayPal ha registrato 10 milioni di account nuovi.