Milano. A ogni gelata del mercato, viene da mettersi nei panni degli azionisti della Brunello Cucinelli spa, che immancabilmente vedono anteporre i dipendenti e il benessere dell’azienda all’assegnazione dei dividendi e senza neanche aver modo di ribattere, perché al momento di far passare il proprio volere, il “sire di Solomeo “ (copyright The New Yorker) modula la voce su quello speciale, riconoscibilissimo registro flautato che anticipa la distillazione di una massima filosofica, cita le regole tardo-medievali del “mercante onorevole”, evoca il “giusto prezzo”, si rifà a sant’Agostino quando si rivolge a Dio che “manda il dolore come maestro” e mette tutti nell’angolo perché vorrai mica metterti a confutare un Padre della Chiesa. Finora nessuno è rimasto deluso visto che, negli otto anni dalla quotazione, le azioni dell’azienda umbra del cashmere si sono apprezzate di qualche decimale in più del 300 per cento; però è un fatto che il patron non abbia disatteso di una virgola quello che annunciò al momento dell’Ipo, e cioè che avrebbe perseguito una “crescita giusta e garbata”, dunque senza premere sull’acceleratore dei ricavi a scapito di altre voci, prima di tutte, appunto, le risorse umane. Nel road show virtuale che ha anticipato l’annuncio della trimestrale, un paio di settimane fa, Brunello Cucinelli ha dunque annunciato che il periodo si era chiuso con un leggero calo dei ricavi netti (il 2,3 per cento), che l’azienda aveva ripreso a pieno ritmo e per di più con un progetto sperimentale di monitoraggio sanitario quotidiano del Covid-19 sviluppato con l’Università di Perugia a cui avevano aderito mille dipendenti (solo tre positivi asintomatici; l’aria buona e la morfologia protetta dell’Umbria evidentemente aiutano), che il sessanta per cento del tempo sarebbe stato dedicato alle strategie di sviluppo per il biennio 2021/2022, che non avrebbe licenziato nessuno garantendo lo stesso salario dello scorso anno e che non avrebbe chiesto un centesimo di sconto ai propri fornitori e referenti. La Brunello Cucinelli spa ha circa duemila dipendenti e cinquemila collaboratori, quasi tutte micro-aziende familiari e piccoli laboratori sparsi nella regione; un tessuto artigianale che il lockdown ha messo in seria difficoltà e che la stretta economica di alcune aziende committenti per mantenere i tassi di crescita pre-pandemici rischia di far chiudere.
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