Bankitalia lancia Milano come capitale europea del Fintech
Visco annuncia la nascita di una struttura interamente dedicata al digitale che avrà sede nel capoluogo lombardo e dialogherà con università e operatori finanziari. Tra gli obiettivi, rendere più veloci e trasparenti l'offerta e l'erogazione di prestiti
Milano. Il Covid spinge anche la Banca d'Italia ad accelerare la svolta digitale, che prevede la nascita di una struttura interamente dedicata all'area Fintech con sede a Milano, la città più colpita dall'emergenza pandemica. E' questa una delle novità contenute nella relazione del governatore della Banca d'Italia, Vincenzo Visco, il quale ha ammesso che ci sono state difficoltà nell'erogazione dei prestiti garantiti alle imprese in questa fase di emergenza e indicato in un'offerta di servizi più digitale la soluzione per rendere l'intero sistema più veloce e trasparente. "Intendiamo valorizzare la principale piazza finanziaria del Paese, quella di Milano, quale centro di innovazione digitale di respiro europeo - ha detto il governatore - In questa città verrà costituito un luogo dedicato alla sperimentazione, alla selezione dei contributi di esperti e società indipendenti, italiani e internazionali, alla collaborazione con le istituzioni e le università, al dialogo con gli operatori di mercato".
Secondo Visco le tecniche avanzate di analisi dei dati possono consentire di migliorare le attività di supervisione e controllo in materia di antiriciclaggio e di trasparenza e questo a vantaggio, anche, dei tempi di erogazione del credito considerato che il sistema bancario è chiamato a intercettare le anomalie nei flussi finanziari e a valutare, insieme con la Vigilanza, il livello di rischio di riciclaggio degli intermediari. Non è un caso che questo aspetto tecnologico sia stato approfondito, nelle considerazioni del governatore, nello stesso capitolo dedicato ai prestiti alle imprese i cui ritardi derivano "da una molteplicità di cause", compreso l'obbligo inderogabile in capo alle banche di fare una valutazione del merito di credito dei soggetti che richiedono i finanziamenti.
Visco ha, così, provato a fornire una risposta all'ingorgo che di fatto ha rallentato se non bloccato l'arrivo di risorse al sistema produttivo colpito dall'emergenza Covid nonostante il governo abbia messo sul piatto garanzie pubbliche anche fino al 100 per cento. "La mole di domande è stata, ed è eccezionale. Problemi di natura organizzativa e differenze tra gli intermediari nelle dotazioni informatiche possono contribuire a spiegare alcune lentezze nella risposta alle domande pervenute, più accentuate per le banche di minori dimensioni", ha detto entrando poi anche nel merito della questione più spinosa che è quella dei rischi che corrono le banche in un contesto di deterioramento del tessuto economico che sta subendo l'impatto della pandemia.
Il primo è di carattere penale: "In assenza di esplicite previsioni normative, le banche che omettono la valutazione del merito di credito si espongono al rischio di commettere reati. Gli intermediari sono anche tenuti a effettuare, come è giusto, i controlli previsti dalla legislazione antimafia e da quella antiriciclaggio, che presidiano i rischi notevolmente aumentati nei mesi dell'emergenza", ha detto Visco augurandosi miglioramenti decisivi nelle prossime settimane. Il secondo rischio è, invece, di tipo finanziario. "La profondità della recessione non potrà non avere effetti sui bilanci bancari. L'aumento dei crediti deteriorati andrà affrontato per tempo, facendo ricorso a tutti i possibili strumenti, inclusi quelli per la ristrutturazione dei finanziamenti e la loro vendita sul mercato. Qualora dovesse essere necessario, si dovrà essere pronti a percorrere soluzioni che salvaguardino la stabilità del sistema".
Questi aspetti, nella visione della Banca d'Italia, non sono disgiunti da una prospettiva di ammodernamento dell'intermediazione finanziaria attraverso l'innovazione tecnologica che renderà più veloci e trasparenti i processi di valutazione ed erogazione dei prestiti bancari attraverso canali digitali. In questo modo crescerebbe un tipo di offerta che nel nostro paese è ancora molto limitata.