La riserva di fiducia dell'Italia
Riflessioni sui risparmi da lockdown e sostenibilità del debito pubblico
Non solo i cittadini ma anche le imprese hanno aumentato la liquidità sui conti correnti bancari durante il periodo del lockdown consolidando l’impressione che l’Italia non è poi così messa male in termini di ricchezza privata e che bisognerebbe tenere conto anche di questa peculiarità quando si valuta la sostenibilità del debito pubblico del paese. La novità che emerge dagli ultimi dati della Banca d’Italia sui depositi bancari è proprio quella dell’aumento dei flussi provenienti dal mondo produttivo durante i mesi del blocco – febbraio, marzo e aprile – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se nel 2019 i depositi delle imprese (non finanziarie) sono cresciuti di 15,6 miliardi, nel 2020 hanno fatto un balzo di 19,9 miliardi, con un delta positivo di quasi quattro miliardi, cifra nella quale si riflette tutta una serie di cause, dai mancati investimenti al congelamento di tasse alla moratoria dei prestiti. Come nel caso dei privati – che nello stesso arco di tempo hanno gonfiato i conti correnti di 34,4 miliardi – anche per gli operatori economici si è trattato di risparmio forzato dalle misure restrittive e che in parte è destinato a ridursi considerando che certe scadenze fiscali e impegni finanziari sono state solo procrastinate e non annullate. Nell’insieme, però, un surplus di 23 miliardi generato dal lockdown (da 31 miliardi del 2019 a 54 miliardi di quest’anno) è una cifra che fa una certa impressione e sarebbe molto interessante appurare quanta parte evaporerà con la ripartenza e quanta, invece, andrà a gonfiare quello stock di risparmio che tanto interesse suscita per le potenzialità che secondo alcuni avrebbe di coadiuvare le politiche di crescita dell’Italia (5.000 miliardi circa tra risparmio investito e non investito sui conti correnti). L’unico problema è come impiegare questa ricchezza in modo da far crescere il grado di fiducia dell’Europa nei confronti dell’Italia e come conquistare la fiducia di chi questi soldi li deve mettere a disposizione del paese evitando, se possibile, la minaccia di una patrimoniale.