Milano. “L’operazione Intesa-Ubi per un verso coglie l’orientamento della Bce favorevole ad avere in Europa banche di grandi dimensioni e per l’altro si rivela problematica rispetto all’idea di privilegiare nel nostro paese un sistema di pluralismo bancario che, come noto, facilita la concorrenza. Siamo in presenza di un caso in cui si riflettono le contraddizioni di questo particolare momento storico e che lascia intravedere un potenziale conflitto istituzionale tra organismi europei e nazionali”. Francesco Capriglione, dopo trent’anni di esperienza in Banca d’Italia e altrettanti d’insegnamento di materie finanziarie all’Università Luiss, dove oggi dirige un master in Regolazione dell’attività dei mercati, riflette su una delle fusioni bancarie (annunciate) più discusse degli ultimi decenni spiegando che la diversa visione emersa tra le autorità di vigilanza (Bce e Banca d’Italia) e di garanzia della concorrenza (Antitrust) non è per forza un fatto negativo perché “il gioco dei contrappesi è fondamentale per trovare il giusto equilibrio in certe situazioni”.
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