Cresce tanto il disavanzo dei paesi Ue e a Strasburgo si riparla di Golden rule
Il rapporto deficit-pil raggiungerà l’8,5 per cento nel 2020, a fronte dello 0,6 per cento nel 2019. Una mozione al Parlamento Ue propone che gli investimenti pubblici per la ripartenza non siano computati come debito
Milano. Uno dei dati più significativi del bollettino della Bce, riguarda il disavanzo di bilancio delle amministrazioni pubbliche dell’area euro che dovrebbe aumentare in modo significativo, raggiungendo l’8,5 per cento del pil nel 2020, a fronte dello 0,6 per cento registrato nel 2019. E anche se nei prossimi due anni il disavanzo è previsto in discesa (4,9 per cento del pil nel 2021 e 3,8 per cento nel 2022) difficilmente tornerà ai livelli pre-Covid, il che rende evidente che rende urgente per l'Unione europea trovare una soluzione per mitigare l’impatto di questa recessione storica sui bilanci dei paesi.
In attesa che il Consiglio europeo (convocato per venerdì) faccia le sue valutazioni sul Recovery plan, dal Parlamento Ue arriva un nuovo imput verso un aumento significativo degli investimenti pubblici e privati che contiene anche una proposta per aiutare gli stati ad assorbire lo sforzo fiscale. In particolare, la commissione degli affari economici e monetari di Strasburgo ha avanzato il 16 giugno una mozione in cui propone la “golden rule” per gli investimenti pubblici come soluzione per garantire la sostenibilità del debito dei paesi colpiti dalla pandemia in considerazione anche dell’impatto “significativo ma non uniforme” sul disavanzo dei vari paesi.
La mozione, finalizzata a una risoluzione parlamentare, porta la firma di un europarlamentare tedesco, il socialdemocratico Joachim Schuster, a riprova del fatto che in Germania l’obiettivo del pareggio dei conti pubblici è sempre meno un dogma. O, comunque, viene accettato che l’equilibrio possa essere perseguito a patto di consentire ai governi di scorporare dal deficit gli investimenti pubblici necessari per la ripartenza economica, come, appunto prevede la regola della golden rule. L’ultima stima della Commissione Ue è che per realizzare la transizione verde e la trasformazione digitale occorrano almeno 595 miliardi all’anno per i prossimi dieci anni, risorse che, se passasse la proposta del Parlamento europeo, non dovrebbero contribuire a far crescere il debito pubblico dei paesi.