L’esplosione del debito pubblico come conseguenza del collasso delle economie determinato dal Covid-19 è un fenomeno mondiale e pone in prospettiva problemi diffusi di sostenibilità e di rischio sistemico globale. La monetizzazione di una parte di questo debito, anche attraverso l’intervento del Fmi e delle banche centrali, potrebbe contribuire ad alleviare la minaccia di instabilità, ma da sola non può essere una panacea. Il tema si pone in modo più acuto per i paesi dove il debito sovrano è già alto e quindi l’emissione di debito aggiuntivo pone il problema di limitarne il costo immediato sia in termini di interessi sia di accoglienza da parte del mercato e di programmazione di un piano di rientro prospettico. In questo quadro è stata di recente riproposta l’idea di ricorrere a emissioni di titoli irredimibili per far fronte a programmi eccezionali di spesa in una situazione paragonata a quella di una guerra. Per alcuni (Soros, Tabellini e Giavazzi, e altri) dovrebbe essere l’Europa a emettere questi titoli per sostenere i programmi di spesa europei e di sostegno ai singoli paesi membri, per altri l’emissione di questi titoli dovrebbe servire a sostituire gli aiuti europei con un ricorso patriottico al risparmio nazionale (Monti, Bazoli, Tremonti, Savona).
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