Bruxelles. La riforma del trattato del Meccanismo europeo di stabilità, uno dei temi che aveva lacerato il governo e la politica italiana per tutto l'inverno, è stata dimenticata a causa dell'emergenza del coronavirus e oscurata dagli scontri e dalle esitazioni sulla possibilità di fare ricorso alla linea di credito messa a disposizione dal fondo salva-stati per la pandemia. Ma il tema della firma dell'Italia al nuovo Mes rischia di tornare alla ribalta nelle prossime settimane, perché il rifiuto del governo di dare il via libera definitivo al nuovo trattato mette in pericolo uno dei pilastri dell'unione bancaria, proprio nel momento in cui le banche potrebbero ritrovarsi in stato di necessità per l'impatto del Covid-19. “Abbiamo parlato per molto tempo della forma che il Mes doveva prendere. Abbiamo reso il backstop possibile. Ciò che abbiamo deciso due anni fa deve diventare realtà”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, venerdì al termine del primo Ecofin sotto sua presidenza, a un giornalista che gli chiedeva se l'Italia dovesse firmare il nuovo trattato. “La mia preoccupazione è che data l'attuale situazione il Mes debba finalmente essere adeguato allo scopo”, ha spiegato Scholz. Causa impatto economico del Covid-19, crediti deteriorati ed erosione dei requisiti di capitale sono destinati a tornare la norma per le banche, dopo la grande pulizia effettuata dal 2013 in poi. In questo contesto, il Mes come backstop del Fondo di risoluzione unico potrebbe diventare un'urgenza impellente. “Dobbiamo essere sicuri che sia capace di agire”, ha avvertito Scholz.
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