La rete unica si deve fare, Vito Gamberale ne è persuaso e non condivide l’opinione espressa da Franco Bernabè nell’intervista al Foglio. Non si tratta di una scelta politica, anzi: “Non bisogna buttarla in polemica, ma sulla rete è bene che parlino prima di tutto i tecnici competenti, come è stato strutturalmente dimostrato dalla recente chiara intervista dell’ing. Massimo Sarmi; sarebbe opportuna maggiore prudenza da parte degli amministratori per tutte le stagioni, specie se devono contraddire anni di proprie affermazioni contrarie”, spiega. La sua convinzione si radica anche sul passato di una Italia dove le reti spezzettate (Italcable per i collegamenti esteri, le Poste per le trasmissioni interne e la Sip per la distribuzione) avevano mostrato tutta la loro inefficienza, frenando lo sviluppo delle Tlc del Paese. E poi, sulla duplicazione della rete, c’è l’esempio degli altri paesi, come Australia e Nuova Zelanda, dove è ben noto che non ha funzionato, producendo dissesti finanziari e disservizi”. “La doppia rete – insiste – non ce l’ha nessuno né in Europa né in alcun paese asiatico avanzato. E non per caso. Negli Stati Uniti tre operatori si sono divisi gli stati, ma ci sono 300 milioni di abitanti, quindi ogni società serve, in media, 100 milioni di utenti”.
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