Roma. Domani scade il termine per la presentazione delle offerte per i 3 milioni di banchi scolastici monoposto e il rischio che la gara vada deserta si fa sempre più concreto. Che il bando, indetto dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri su richiesta della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, fosse scritto male era evidente a tutti. Ora se n’è accorto anche chi lo ha scritto. Sul Foglio del 24 luglio, scrivevamo che la gara era scritta in modo da impedire a qualunque azienda italiana di partecipare alla gara: tra i requisiti per l’assegnazione del lotto minimo da 200 mila banchi, c’era la produzione nei tre anni precedenti di “almeno il doppio dei quantitativi offerti”. Quindi minimo 400 mila banchi. Ma nessuna impresa, vista la capacità produttiva, è in grado di soddisfare questo criterio. Il timore della figuraccia di una gara deserta ha spinto il governo a correre ai ripari. Alle 17.39 del 24 luglio, lo stesso giorno dell’articolo del Foglio e quattro giorni dopo la pubblicazione del bando europeo, Arcuri ha pubblicato una rettifica: “Al fine di favorire la massima partecipazione alla procedura in oggetto” il commissario dispone che tra i “requisiti di capacità tecnica ed economica” non c’è più la produzione di almeno 400 mila banchi nel triennio precedente, ma un semplice “elenco delle principali forniture di prodotti analoghi effettuate negli ultimi tre anni”. Problema risolto? Niente affatto, la modifica non serve a molto.
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