E' morto a 97 anni un protagonista di primo piano della recente storia nazionale, un uomo che ha accompagnato l’autunno della prima repubblica e il declino delle grandi famiglie che avevano portato il capitalismo italiano tra i grandi
Scompare con Cesare Romiti (nato a Roma il 24 giugno 1923) un protagonista di primo piano della recente storia nazionale, un uomo che ha accompagnato l’autunno della prima repubblica e il declino delle grandi famiglie che avevano portato il capitalismo italiano tra i grandi. A metà degli anni Ottanta avviene un doppio sorpasso: il prodotto lordo dell’Italia supera quello britannico e la Fiat di Gianni Agnelli guidata da Romiti batte per una incollatura la Volkswagen. Poi comincia la discesa lungo un piano inclinato. “La festa è finita”, sentenzia nel 1990 l’Avvocato, la Fiat è in crisi nera, poco dopo crolla la lira minata dalla sua intrinseca debolezza e si sfalda il sistema politico sotto i colpi della magistratura. Tangentopoli dimostrerà che nemmeno l’aristocrazia del capitale aveva le mani pulite. Con l’orgoglio e la lealtà che lo ha sempre contraddistinto, Romiti prese la croce sulle sue spalle, proteggendo Agnelli che Antonio Di Pietro aveva messo nel mirino.
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