Tutti attendiamo con ansia e con un po’ di scetticismo gli obbiettivi e i programmi che l’Italia indicherà per l’utilizzo degli ingenti fondi che arriveranno dall’Europa. Il timore di sprecarli, di usarli per aumentare la spesa ordinaria, di trasformarli in inutili prebende e incentivi, sempre che ci venga permesso, è forte. Il maggiore debito che comunque ci siamo già caricati può essere ridotto solo se gli investimenti futuri saranno in grado di innestare una crescita stabile superiore allo zero virgola qualcosa. Una delle direzioni esplicitamente previste dalle indicazioni europee per ben indirizzare l’utilizzo dei fondi è quella del Green deal. Ci sono molti modi per declinarlo. Premesso che l’Italia in alcuni campi ha già fatto molto e si trova in buone condizioni di partenza, soprattutto per quanto riguarda il settore energetico anche grazie agli enormi incentivi distribuiti negli anni passati e per quelli futuri, parliamo di una cifra che a consuntivo supererà i 250 miliardi a cui si aggiungono i vari bonus per quanto riguarda l’efficienza energetica, forse sarebbe il caso di volgere lo sguardo anche da altre parti. Per esempio a un piano straordinario di investimenti che ammoderni in maniera sostanziale il trasporto pubblico, così da spostare quote importanti di passeggeri dalla gomma al ferro, dai combustibili fossili all’elettricità.
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