Roma. Non è fatta, non ancora, ma in Borsa già festeggiano: vuoi vedere che anche il tormentone delle Autostrade, dopo quello sulla rete unica, s’avvia verso la fase finale? Fatto sta che il titolo Atlantia ieri è balzato a 15,50 euro (+15,11 per cento) dopo che Bloomberg ha diffuso uno schema di accordo che prevede il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, ma passando per il mercato, attraverso un aumento di capitale. Nel corso della giornata sono arrivati inviti alla prudenza, in vista dell’incontro tra Fabrizio Palermo, amministratore delegato della Cdp, e Carlo Bertazzo capo azienda di Atlantia che controlla Aspi, cioè Autostrade per l’Italia, con l’88% per cento del capitale. Per oggi è convocato il consiglio di amministrazione di Atlantia e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri informerà il Parlamento. Tutti segnali che ci siamo, anche se molti tasselli debbono ancora essere collocati nel puzzle. Sembra chiaro che nel governo tutti, a cominciare dai grillini e dallo stesso Giuseppe Conte, stanno facendo un bagno di realtà. Era ora. Tramontati i rodomonteschi annunci di Danilo Toninelli, appassite le voglie di vendetta, annacquato il getto di veleno e di odio contro i Benetton, uscito di scena un velleitario e improponibile esproprio, estremamente costoso e costituzionalmente infondato prima di aver stabilito le responsabilità civili e penali del crollo del ponte Morandi (siamo ben lungi dal sapere anche perché sia caduto), ora prende corpo un compromesso.
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