Il governo ha diffuso le “Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, per brevità chiamato “Next Generation Italia”. Si tratta del più importante documento degli ultimi anni per il paese. Perché è il piano operativo del piano Next Generation Eu con cui la Commissione europea ha messo a disposizione del nostro paese 209 miliardi fra trasferimenti e prestiti agevolati. In attesa dei progetti e dei dettagli operativi, è importante analizzare i princìpi che li ispireranno e guideranno. Ciò che salta all’occhio è che, in netta contrapposizione con la retorica grillina (ovvero la principale forza di governo), le linee guida sono un’esaltazione del tanto vituperato “vincolo esterno”. I binari lungo i quali si muoverà il Piano nazionale di rilancio sono infatti quelli delle raccomandazioni specifiche per paese che la Commissione europea annualmente invia all’Italia: sostenere la ripresa assicurando la sostenibilità del debito (cioè finanza pubblica in ordine e niente feste sui balconi per il deficit in aumento); incremento degli investimenti (non dei bonus); migliorare l’efficienza della Pa e della Giustizia; ridurre le tasse sul lavoro; attuare le passate riforme pensionistiche (niente nuove “quota 100); migliori politiche attive del lavoro (altro che navigator del Mississippi), eccetera eccetera.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE