La reazione dei mercati finanziari europei, nervosa e altalenante, ci dice che la prima riunione della Banca centrale europea dopo la pausa estiva è stata tutto sommato deludente rispetto alle attese di una maggiore convergenza verso la politica monetaria della Federal Reserve, che ha deciso di dare priorità all’obiettivo dell’occupazione lasciando all’inflazione maggiore libertà di oscillare. Ma gli investitori sanno anche che la presidente Christine Lagarde non poteva fare molto di più rispetto a quanto ha spiegato nella conferenza stampa che ha seguito il board e cioè, in sostanza, augurarsi che siano interventi di politica monetaria superespansivi come il Pepp – il programma di acquisti di attività da 1.350 miliardi che è stato confermato fino alla fine di giugno 2021 e, in ogni caso, fino a quando l’Eurotower non giudicherà terminata la crisi da coronavirus – a compensare l’impatto al ribasso sui prezzi generato dalla pandemia. E’ questo gioco di contrappesi che dovrebbe spingere il trend europeo dell’inflazione sul percorso previsto. Insomma, Lagarde lascia aperta la possibilità che una revisione della strategia della Bce avvenga in futuro, ma non fuga il dubbio che oggi la Banca centrale americana possa avere una marcia in più nell’affrontare la crisi economica. Come fanno notare alcuni commentatori, i diversi orientamenti dei paesi che si riflettono nel consiglio direttivo della Bce non consentono alla presidente Lagarde di affrontare con serenità una modifica strutturale della politica monetaria come ha fatto Jerome Powell alla Fed. Così, l’Eurotower si tiene pronta a valutare ulteriori stimoli alla crescita economica, ma intanto spera che i segnali di miglioramento del pil europeo (le ultime stime dicono che ci sarà un calo dell’8 cento nel 2020, ma un rimbalzo del 5 per cento nel 2021 e del 3,2 per cento nel 2022) si consolidino. Questo consentirebbe di rinviare un inevitabile scontro sulla revisione della strategia tra i paesi nord-europei e quelli del sud nel momento in cui si sta decidendo la spartizione delle risorse del Recovery fund che, come la stessa Lagarde ha auspicato, dovrebbero andare in misura maggiore ai paesi più colpiti dalla pandemia.
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