Lassismo, burocrazia, inchieste giudiziarie. Quasi trecento progetti ci costano ma non si realizzano. Adesso arrivano i supercommissari
Chi ha ucciso le grandi opere? Ucciso forse è eccessivo, ma ibernato sì, ci sta tutto perché sono là, congelate da anni nelle celle frigorifere della politica. Trovare il colpevole non è facile, tanti s’aggirano attorno quei cadaveri e tutti accusano tutti: come nell’Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, probabilmente ciascuno ha dato il suo colpo di pugnale. Fatto sta che, dopo tediose giaculatorie, dopo montagne di proclami, dopo gridi e grida, nulla s’è ancora mosso. Il modello Genova è durato da Ferragosto al primo settembre. Lo sblocca cantieri ha sbloccato un cantiere su dieci. Di investimenti vengono riempite le bocche dei politici e le pagine dei giornali, ma sotto tanto fumo non si scorge l’arrosto. Il capitolo dedicato alle infrastrutture nel piano per la ripresa è il più vago di tutti, pieno di titoli vuoti. E’ forse un caso? C’è la Torino Lione finanziata con i fondi europei. Ma da quanti anni va avanti il tormentone? La Gronda “si farà” promette la ministro Paola De Micheli, e parla ancora al futuro. Sulle Autostrade l’annunciata nuova impalcatura proprietaria con l’ingresso dello stato, nasconde una domandina piccola piccola: chi paga?
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