La manovra sarà espansiva, e non può essere altrimenti nel mezzo di una profonda crisi sanitaria ed economica, soprattutto in una fase di tassi bassi, spread in discesa e mercati tranquilli. Pertanto il deficit è stimato vicino all’11 per cento nel 2020, per scendere progressivamente nel triennio attorno al 3 per cento nel 2023. Il pil calerà del 9 per cento quest’anno e rimbalzerà del 6 per cento nel 2021, la crescita proseguirà ma a tassi decrescenti nel 2022 e 2023. Ma al di là dei dati, ciò che più è rilevante nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef) che verrà discussa domenica sera, è l’impostazione scelta dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Che è molto differente da quella dei ministeri e delle forze politiche lanciati sulla spesa dei 200 e passa miliardi del Recovery fund, come se ormai l’unico problema sia come spendere tutto e subito.
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