l'intervista
"Vi spiego perché i vincitori del Nobel per l'Economia hanno cambiato il mondo, e non solo quello delle aste"
I due economisti teorici di Stanford hanno indicato nuovi modi di assegnare e acquistare beni. Abbiamo chiesto a un esperto italiano del settore di spiegarci come
Parla il prof. Pagnozzi, tra i maggiori esperti italiani di Teoria delle aste. "Gli studi di Wilson e Milgrom hanno, tra l'altro, aiutato le pubbliche amministrazioni a massimizzare il prezzo dei beni messi in vendita". Dalle gare per i servizi di telefonia (prima si usavano i beauty contest) fino alla "maledizione del vincitore". Un'analisi
Come fa un acquirente ad accaparrarsi un certo prodotto a un prezzo che non sia troppo alto? E come fa uno stato, una pubblica amministrazione a massimizzare il prezzo del bene che mette in vendita? "E' per aver risposto a domande del genere, con ricerche durate decenni, che Robert Wilson e Paul Milgrom, i due maggiori esperti mondiali di teoria delle aste, hanno ottenuto il premio Nobel", ci dice il professor Marco Pagnozzi. E forse sì, a leggerle così, a pensarci oggi, sembrano pure domande banali: ma in fondo il compito degli scienziati sta anche nel dare soluzioni precise a problemi comuni. "Perché le aste sono dovunque, intorno a noi", ci dice l'economista dell'Università di Napoli Federico II. E subito, forse accorgendosi che la formula usata suona un poco retorica, un poco vuota, si premura di darle concretezza assoluta. "Immagino che voi – spiega il prof. Pagnozzi, che è uno dei principali esperti italiani di teoria delle aste – siate ricorsi a Google per ottenere delle informazioni di massima sui due vincitori del Nobel. Ecco, Google, come altri motori di ricerca, dà priorità ai contenuti sponsorizzati: e per assegnare quei posti privilegiati, per stabilire la gerarchia nell'indicizzazione, utilizza delle aste. Dopodiché, per intervistarmi, mi avete chiamato al cellulare. Ebbene, gli stati assegnano le frequenze a questo o a quell'operatore di telefonia proprio attraverso delle aste. Dietro a questa ordinaria quotidianità, ci sono le ricerche di Milgrom e Wilson".
E insomma si percepisce, nella voce di Pagnozzi, l'importanza del riconoscimento assegnato ai due professori americani, entrambi economisti teorici a Stanford, legati da un vincolo che va oltre alla collaborazione professionale: perché il più anziano dei due, l'83enne Robert Wilson, originario del Nebraska, laurea ad Harvard e primi paper di rilevanza mondiale pubblicati già a fine anni Sessanta, è anche il maestro del più giovane, Paul Milgrom, 72enne del Michigan e tra i pionieri della ricerca accademica in Teoria dei giochi. "In fondo l'asta, a descriverla nella sua essenza più semplice, è nient'altro che un meccanismo attraverso cui un venditore individua il miglior acquirente", dice Pagnozzi. "Ma il merito di Wilson e Milgrom è stato duplice: da un lato capire le dinamiche che stanno alla base delle aste; dall'altro individuare delle strategie ottime sia per chi vende sia per chi acquista. E per questo la motivazione con cui è stato assegnato loro il Nobel riconosce una rilevanza sociale, per così dire, della loro ricerca: perché, tra l'altro, le loro ricerche hanno permesso alle pubbliche amministrazione di massimizzare il valore dei beni messi in vendita, e di individuare gli acquirenti migliori".
E qui si torna, di nuovo, alla telefonia. "Fino ai primo anni Novanta, le licenze per la fornitura di servizi di telefonia cellulare venivano assegnate attraverso dei semplici beauty contest. Erano cioè le istituzioni a invitare alla gara i soli gestori che ritenevano idonei, invece di massimizzare il prezzo di vendita delle licenze. Grazie agli studi di Wilson e Milgrom, si è passati alla procedura d'asta: dapprima negli Stati Uniti e poi un po' in tutto il mondo". E questo, detto in modo un po' sbrigativo, ha permesso anche di superare la logica dello spezzatino, delle singole entità territoriali che assegnano lo stesso tipo di servizi a gestori diversi in competizione tra loro, favorendo dinamiche di economia di scala. "E' il sistema dell'asta ascendente simultanea a round multipli", spiega Pagnozzi. "Prevede che, se ad esempio bisogna assegnare le licenze di telefonia per varie regioni, nessuna di questa venga assegnata prima che vengano assegnate tutte le altre. Il che consente di rilanciare in ciascuna delle singole regioni in tempo reale, osservando l'andamento delle aste per tutte le altre regioni. Dopodiché, negli anni, la teoria si è affinata con l'introduzione di una serie di regole volte a vitare che gli acquirenti di un'asta simultanea tengano basso il prezzo in una logica di cartello."
E poi, entrambi si sono occupati della cosiddetta "maledizione del vincitore". Quella per cui, spiega Pagnozzi, "il vincitore di un'asta finisce spesso per aggiudicarsi un prodotto a un prezzo eccessivo, maggiore della stima fatta dai suoi competitori e del valore effettivo. In sostanza, il vincitore di un'asta finisce con l'essere l'acquirente con la stima maggiore del valore del valore del prodotto in vendita e, tipicamente, questa stima è troppo ottimistica. Ecco, le analisi di Milgrom e Wilson, sin dagli anni Settanta e Ottanta, si sono concentrate su queste dinamiche, evidenziando come l'acquirente, nel partecipare a un'asta, deve prevedere in anticipo il prezzo giusto che ritiene opportuno pagare per un prodotto nel caso in cui ne sia vincitore, e tenerne conto fin dall'inizio dell'asta, modulando così sia l'offerta iniziale sia i successivi rialzi". Tutto apparentemente banale, ora. "Ma se oggi appare banale, lo dobbiamo a loro".