“Un mercato dei capitali più ampio e competitivo dà benefici sia alla domanda sia all’offerta, le banche non devono temere la Cmu”. Sulle pressioni politiche dal caso Nava in poi “la Consob ha dato prova di indipendenza quando è stata evitata la chiusura della Borsa”. E sul dossier Autostrade? “L’attenzione è massima”
“L’Europa sarà forgiata dalle sue crisi e sarà la somma delle soluzioni trovate per risolvere tali crisi” diceva Jean Monnet, il padre dell’europeismo funzionalista. E di certo in questo periodo, tra la Brexit e il Covid, gli choc alla struttura e al modello dell’Unione europea non mancano. Questo contesto critico, secondo il commissario della Consob Carmine Di Noia, sta dando un nuovo impulso al progetto della Capital markets union (Cmu) che negli anni ha subito vari stop and go. “Le accelerazioni arrivano circa ogni dieci anni e coincidono con i rapporti della Commissione europea, dal rapporto Lamfalussy a quello De Larosiere”, dice al Foglio. “Ora abbiamo l’action plan della Commissione, con un timing e un elenco di proposte, e il rapporto della Commissione Econ del Parlamento europeo. Nello sforzo di ripartenza post-Covid la Cmu è ancora più importante, perché amplia la gamma degli strumenti a disposizione delle imprese, anche piccole e piccolissime, per reperire denaro fresco e finanziarsi a prescindere dai canali tradizionali del credito bancario. Favorisce, quindi, l’accesso del risparmio al sistema produttivo, in linea con la nostra Costituzione”.
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