Il lavoro da remoto nel pubblico impiego, senza meccanismi di controllo sulla produttività, può avere effetti controproducenti
Purtroppo nel corso della seconda ondata non potremo contare su quella pace sociale nel segno dell’unità nazionale che ci ha consentito di fronteggiare efficacemente la prima. Il protrarsi della crisi sta infatti mettendo in ginocchio il settore privato e quegli imprenditori che, dopo aver fatto gli investimenti per il distanziamento richiesti dalle autorità pubbliche per riaprire i cinema, le palestre, i ristoranti, ora sono costretti a richiudere a causa dei ritardi accumulati dalla politica e dall’amministrazione nel corso dell’estate. Così milioni di lavoratori del settore privato che avevano coltivato la speranza di rientrare al lavoro si vedono costretti a restare a casa in attesa di una cassa integrazione che in molti casi ancora non arriva. In questo contesto, avremmo tutti bisogno della migliore azione amministrativa. Non solo negli ospedali, per salvare vite umane, o nelle piazze, per evitare assembramenti, ma anche per assicurare un minimo di continuità, dai versamenti della cassa integrazione alla concessione delle licenze che nel frattempo si dimezzano.
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