Chi gestirà i fondi del piano italiano per la ripresa? Sembra una domanda per addetti alle architetture istituzionali, in realtà è una questione scottante, della quale non va sottovalutata la portata politica. La formula magica recita cabina di regia, che detto così non vuol dir niente. Sarà una cabina tecnica o politica? Forse un po’ l’una e un po’ l’altra. Ma se la politica deve stare al primo posto, chi prende il timone? La commissione europea ha scelto: alla guida c’è la presidente Ursula von der Leyen con accanto i tre vicepresidenti esecutivi (Margrethe Vestager, Valdis Dombrovskis e Frans Timmermans) più il commissario per l’Economia, cioè Paolo Gentiloni. L’intendenza seguirà. Se l’Italia adottasse lo stesso modello, Giuseppe Conte dovrebbe accentrare su di sé anche questo ruolo. La cosa non dispiace al capo del governo (molto meno al Pd e allo stesso M5s), ma è chiaro che non sarebbe in grado di seguire l’intero percorso, dalla distribuzione all’utilizzo delle risorse. Quindi dovrebbe delegare.
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