Al direttore - Quando si parla di aggregazioni bancarie la prima cosa da fare è valutare il contesto nazionale in cui ci troviamo, i suoi protagonisti e il ruolo del paese nel quadro internazionale degli intermediari bancari. Ad oggi le grandi democrazie europee, Germania, Francia, Spagna, hanno tutte una presenza pubblica nel sistema bancario nazionale fatta eccezione per l’Italia che durante i governi di centro sinistra degli anni novanta svendette ogni banca pubblica per risanare i conti pubblici. Le banche furono vendute e il debito in 25 anni si è triplicato in valore assoluto. Ad essere più precisi, alla vigilia del varo del bail-in iniziato dal governo Monti, la presenza pubblica in Germania, in Francia e finanche in Gran Bretagna si accentuò mentre noi fummo i primi della classe e rimanemmo su quel terreno completamente nudi. Ma perché oggi è ancora utile una presenza pubblica nel sistema bancario italiano?
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