Tempi che non tornano, investimenti non all’altezza, sostenibilità dei conti pubblici non prioritaria. Ascoltare la Commissione
Quest’anno, il governo ha predisposto la manovra di bilancio in un contesto segnato dalla crisi sanitaria e da difficoltà finanziarie senza precedenti, a causa della contrazione del prodotto interno lordo e delle entrate fiscali. Sarebbe ingeneroso non riconoscere tali difficoltà. Ma non ci si può nascondere che il disegno di legge di bilancio presenta tre seri difetti, al primo dei quali purtroppo non è possibile porre rimedio, perché si tratta del notevole ritardo con cui la manovra è arrivata alle Camere. In base alla legge, la proposta del governo va trasmessa al Parlamento entro il 20 ottobre, ma vi è pervenuta con un mese di ritardo. Ciò ha ridotto notevolmente il tempo a disposizione dei parlamentari, perché qualora non il bilancio non sia approvato entro il 31 dicembre, diventa inevitabile il ricorso all’esercizio provvisorio. Per completezza, va ricordato che non è la prima volta che vi è un ritardo anche consistente. Ma, dopo la convulsa gestione della legge di bilancio nel 2018 e il pochissimo spazio per il confronto tra maggioranza e opposizioni nel 2019, si sarebbe potuto e dovuto far di meglio. Invece, dopo la discussione all’interno della Camera, il Senato non potrà far altro che ratificare le decisioni già prese, con buona pace per il primato dell’organo rappresentativo tanto spesso ribadito nei discorsi ufficiali.
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