Mentre ArcelorMittal è pronta ad abbandonare la controllata italiana al suo destino, il governo rientrerà nell'acciaieria di Taranto, che ha già gestito in maniera fallimentare dal 2012 al 2018
C’è rimasto solo il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella, forse perché tarantino e lavoratore Ilva, nella totale assenza dell’opposizione, a difendere il lavoro e lo sviluppo: “Non possiamo fidarci a scatola chiusa dell’ingresso dello stato nella società con ArcelorMittal, perché è lo stesso che ha gestito gli stabilimenti dal 2012 al 2018 con un fallimento sotto ogni punto di vista. Inoltre si rischia che Ilva venga strumentalizzata a fini politici tra le diverse fazioni presenti nella maggioranza”. La rottura tra i due partiti di governo – con l’assurdo che ora il grillino Patuanelli smentisce la decarbonizazzione e accantona l’acciaio a idrogeno, mentre il Pd chiede la chiusura dell’area a caldo – l’ha sollevata anche il segretario generale della Uil Taranto Gianfranco Turi, che ha bollato come incomprensibile la posizione del Pd che “si allontana sempre di più dal mondo del lavoro”.
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