Da Mustier a Mediaset, passando il caso Tim e quello di Del Vecchio. E poi l'acquisizione di Parmalat da parte di Lactalis e quella (saltata) di Alitalia da parte di Air France. Politica e intelligence italiane vivono ormai da anni in una specie di villaggio di Asterix ribaltato, con i romani assediati impegnati a respingere l’invasione dei Galli.
Che si sia trattato del solito sospetto per il vicino invadente, o magari uno slancio di emulazione dettato dall’ammirazione che spesso si nutre per chi ci minaccia, sta di fatto che anche su Jean Pierre Mustier nella classe dirigente italiana era scattata la paura del francese. E infatti oggi, nelle telefonate tra Milano e Roma, chi ha seguito da vicino gli sviluppi della vicenda Unicredit ha tirato un sospiro di sollievo, come quando si sventa un’imboscata. Perché, più ancora che le sue ritrosie verso l’acquisizione di Mps, a rendere inviso l’ad uscente a larghi settori della politica e dell’intelligence italiana è stato proprio il dubbio che, in quanto francese, potesse favorire le scorribande transalpine a piazza Gae Aulenti.
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