La Camera dichiara inammissibile la proposta Orfini-Fratoianni che prevedeva un'imposta progressiva sulla ricchezza a partire dai 500 mila euro. Si tratta della prima tassa senza coperture. Nel paese non mancano i problemi seri, il problema è non affrontarli seriamente
Respinto “per carenza o inidoneità di compensazione”. Tra gli emendamenti dichiarati inammissibili alla legge di Bilancio c’è la patrimoniale proposta da Nicola Fratoianni di Leu e Matteo Orfini del Pd. In pratica, per quanto paradossale possa sembrare, la tassa è stata bocciata perché senza coperture. Accade perché la proposta – che introduce un’aliquota progressiva che va dallo 0,2 per cento a partire da 500 mila euro di ricchezza allo 0,5 per cento sopra il milione, fino al 2 per cento oltre i 50 milioni – prevede contestualmente l’abolizione dell’Imu e del bollo sui conti correnti. Dato che l’Imu fa raccogliere allo stato circa 20 miliardi e il bollo altri 5 miliardi, la proposta di Leu e Pd avrebbe dovuto produrre un gettito notevole: 18 miliardi, secondo il primo firmatario Fratoianni. Una somma di per sé non sufficiente ma che, come scrivevamo due giorni fa sul Foglio, appare comunque spropositata.
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