Lo stato, sull’Ilva, con una mano fa e con l’altra disfa: l’agonia di Taranto è destinata a protrarsi e a incancrenirsi. Da un lato lo stato con Invitalia è prossimo alla firma con ArcelorMittal di un impegnativo accordo di rilancio, con molte luci e alcune ombre; dall’altro regione e comune di Taranto, lo stato locale, contestano alla radice i contenuti di quell’intesa. E attivano loro, addirittura, senza averne la titolarità, uno strumento (accordo di programma) alternativo all’intesa stato-Mittal. Confusione assoluta. I poteri locali contestano l’intesa non su dettagli, ma sul punto sostanziale: il mantenimento dell’area a caldo dello stabilimento. E chiedono la destinazione delle risorse pubbliche alla riconversione di Ilva, alla bonifica e ad attività sostitutive della siderurgia. Due ipotesi opposte.
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