L'Unione europea ha assunto un ruolo di “global rules maker”, che da alcuni ambiti, come l’ambiente e la tutela dei consumatori, si va estendendo al mondo digitale: un modo per rafforzare la cooperazione tecnologica con gli Stati Uniti e reggere la competizione con la Cina
La Commissione europea ha messo a punto le sue proposte sulla responsabilità degli operatori che forniscono servizi digitali (Digital Services Act) e sui nuovi strumenti antitrust da applicare alle grandi piattaforme (Market Digital Act). Il fatto importante è che si passa da una regolazione leggera, che risale al 2000, e che si basa sull’esenzione di responsabilità dei prestatori di servizi su internet per i contenuti che ospitano e sull’assenza di regole di concorrenza specifiche per il mondo digitale, ad una regolazione più stringente. Da una parte nuovi obblighi per le piattaforme con l’obiettivo di contrastare la diffusione nella rete di contenuti illegali, false informazioni e discorsi d’odio. Dall’altra, nuovi “competition tools” che permetteranno un intervento ex ante per rimuovere gli ostacoli alla concorrenza riconducibili alle piattaforme che operano come “gatekeeper”, che cioè sono diventate indispensabili per accedere a determinati servizi.
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