C'è un problema se vogliamo utilizzare le ingenti somme del Recovery fund a vantaggio delle infrastrutture, delle opere grandi e piccole, della manutenzione, della sicurezza idrogeologica. Rebecchini (Acer) lancia l’allarme
C’è una questione legata ai tempi e un’altra legata ai modi per riuscire a utilizzare le ingenti somme del Recovery fund a vantaggio delle infrastrutture, delle opere grandi e piccole, della manutenzione, della sicurezza idrogeologica. I costruttori sono preoccupati e tentano di porre questioni vitali all’attenzione del governo. Lo ha fatto anche il commissario europeo Paolo Gentiloni, ci ricorda il presidente dell’Acer (Associazione costruttori edili di Roma e provincia) Nicolò Rebecchini, quando ha detto all’Italia che “o si trovano delle modalità tecniche per arrivare alle autorizzazioni in modo nuovo, anche commissariale, oppure noi i fondi del Recovery non li prenderemo mai perché i tempi previsti dall’Europa sono strettissimi. Entro febbraio bisogna dare la definizione della lista di opere, entro dicembre 2022 bisogna avere tutta la progettazione e aver completato le gare di appalto, ed entro il 2023 bisogna aver realizzato una parte dei lavori per poi proseguirli prima del termine dei successivi tre anni”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE