Piccolo e tosto, informale ma senza esagerare. Carlos Tavares, il nuovo re dell’auto alla guida di Stellantis, colosso che conta 14 marchi e dà lavoro a più di 400 mila persone, si è presentato così, senza cravatta e pullover grigio, al cospetto dei giornalisti di mezzo mondo (e qualcosa di più) accorsi a New York per capire di che pasta sia fatto l’ultimo mito dell’auto, l’erede di Marchionne ma anche di Carlos Ghosn. Scenografia da teatro povero, niente palco, quattro fogli sul tavolo tanto per trasmettere subito il messaggio che gli sta più a cuore: Stellantis non mira a diventare più grossa, bensì a essere davvero “great”, cioè grande ma non in senso trumpiano. Un primato che si conquista con le economie di scala e l’innovazione. Anzi, senza il sacrificio di impianti o di occupati. Saranno proprio le dimensioni del gruppo, spiega Tavares, a permetterci di evitare tagli grazie a un’offerta che presto disporrà di 39 auto elettriche, massa che ci consentirà di rispondere alle richieste del mercato “purché le politiche degli stati non pesino eccessivamente sui prezzi limitando il mercato”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE