Chiunque sarà il nuovo capitano della nave Unicredit, dovrà essere in grado di navigare nel mare aperto delle fusioni bancarie europee. I nomi più accreditati per entrare nella short list che sarà sottoposta al consiglio d’amministrazione il 10 febbraio – l’ex banchiere di Ubs Andrea Orcel, l’ex ad di Bnl-Bnp Parisbas Fabio Gallia, l’ex ceo di Deutsche Bank Italia Flavio Valeri – hanno tutti una formazione internazionale, ma, a differenza di Jean Pierre Mustier, sono italiani, il che, a quanto pare, ha giocato a loro favore per entrare nella rosa finale. Unicredit è una banca privata e farà le scelte strategiche che riterrà più opportune nell’interesse degli azionisti, ma è evidente che nell’ottica di valutare una banca pubblica come Mps tra le aggregazioni possibili, l’italianità del ceo renderebbe più semplice l’interlocuzione con il Mef. Una questione pragmatica, insomma, che però non andrebbe enfatizzata considerando quanto ampia sia la sfida che il futuro ceo di una banca molto presente anche sui mercati esteri come Unicredit si troverà ad affrontare.
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