Più morti e maggiore recessione nei paesi più ricchi: così la pandemia riduce la disuguaglianza globale mentre fa aumentare la povertà. Il mondo è un posto po’ più uguale, ma dove tutti stanno peggio (ad eccezione della Cina)
Da quando il Covid-19 si è improvvisamente manifestato con le sue drammatiche conseguenze sanitarie ed economiche, si è diffusa la convinzione che la pandemia abbia prodotto o produrrà un aumento della disuguaglianza nel mondo. La tesi, piuttosto intuitiva, è che il virus avrebbe ampliato il divario tra i paesi ricchi e quelli poveri, dato che questi ultimi hanno sistemi sanitari molto più fragili per curare la malattia, condizioni igienico-sanitarie più precarie che alimentano le occasioni di contagio e meno risorse per poter tamponare le conseguenze economiche. “Questa supposizione è ragionevole, ma è falsa”, scrive Angus Deaton, economista all’Università di Princeton e premio Nobel per l’economia nel 2015 per i suoi studi sulla povertà, autore di uno studio appena pubblicato su “Covid-19 e disuguaglianza globale dei redditi”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE