Il grande 'what if' di un governo Draghi iniziato qualche mese fa: la storia dell'acciaieria italiana avrebbe potuto essere un'altra, ora invece tocca gestire un progetto tutto da costruire ma già firmato
Chissà cosa sarebbe accaduto a Ilva se il governo Conte fosse caduto l’anno scorso, e Mario Draghi fosse arrivato prima. Chissà se sarebbe stata nazionalizzata, come hanno deciso Pd e M5s, senza un vero dibattito sulla statalizzazione della più importante fabbrica manifatturiera d’Italia. L’alternativa c’era ed è quella portata avanti dal 2012, quando per otto anni lo sforzo di tutti i governi è stato sempre quello di risanare l’azienda finanziariamente e ambientalmente per portarla sul mercato competitiva e attrattiva per una vendita che fosse remunerativa per lo stato, strategica per l’industria italiana, responsabile verso il territorio, indispensabile per l’occupazione, autonoma per l’economia e innovativa per lo sviluppo.
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