Il governo Draghi dovrebbe mettere la testa tra le nuvole. Avviare la migrazione all’architettura basata sul cloud, infatti è urgenza non rinviabile e premessa a ogni progetto di transizione digitale della Pubblica Amministrazione italiana. Lo scriveva lo stesso Vittorio Colao, insieme al comitato di esperti da lui coordinato tra i quali figuravano anche altri ministri come Roberto Cingolani ed Enrico Giovannini, nel documento predisposto nel giugno scorso su incarico della Presidenza del Consiglio e rimasto finora nei cassetti. Finanziare e avviare il piano di migrazione al cloud consentirà infatti di ottenere significativi risparmi di risorse, adeguati livelli di sicurezza e la sempre promessa e mai attuata interoperabilità delle banche dati pubbliche, nonché di innovare significativamente i processi operativi sottostanti, tuttora “ingessati” da procedure informatiche obsolete e dispersi su decine di migliaia di sistemi di calcolo e memorizzazione inefficienti e insicuri.
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